La Maggiorina | VINOalToP

Coltivare alla Maggiorina

La viticoltura non è solo fatta di filari, la maggiorina è un metodo di coltivazione raro.

Il nome deriva dal tradizionale sistema di impianto esistente da secoli formato da tre viti che si sviluppano ai quattro punti cardinali. Questo sistema chiamato “Maggiorina” venne perfezionato dal architetto Antonelli (progettista della “Mole Antonelliana”) nato a Maggiora, comune appartenente alla zona di produzione Boca DOC.

Maggiorina

La tecnica della coltivazione della vite a maggiorina era realizzata piantando 3 o 4 viti molto vicine, al centro di un quadrato di circa quattro metri per lato. I lunghi tralci si allungavano verso i punti cardinali.

Fu l’architetto Antonelli, progettista della Mole di Torino e originario di Maggiora, a modificare la forma della maggiorina. Tenendo conto dell’inclinazione dei terreni e del peso dei tralci carichi d’uva, definì il giusto grado d’inclinazione dei pali di sostegno, in modo che potessero sostenere le viti senza rischi. All’interno dei vigneti a maggiorina la densità delle piante è di circa 2000 ceppi per ettaro e spesso nello stesso quadrato convivono diverse varietà. Insieme al nebbiolo capita di trovare viti di vespolina, uva rara e croatina. Una compresenza che rispecchia l’uvaggio tipico del territorio.

Oggi alcuni produttori mantengono nelle vigne più vecchie il sistema a maggiorina, il cui svantaggio è il costo di lavorazione e l'impossibilità di utilizzare macchine agricole, tutto il lavoro sulla vite, viene fatto a mano. Ma il sistema ha anche un vantaggio sul ciclo biologico della vite, infatti il ceppo centrale riesce a bilanciare il nutrimento del terreno al grappolo in modo uniforme ed efficace, consentendo un ottima maturazione delle uve.

Maggiorina

La maggiorina non avrà una grande diffusione, ma di sicuro questo raro metodo di coltivazione  regala un grande fascino al territorio dell'Alto Piemonte.

La maggiorina si trova ancora oggi a Boca e Maggiora e in percentuale minore in tutto l'alto piemonte , grazie ad aziende come Le Piane e Cantine del Castello Conti, che credono fortemente in questo medoto al punto che stanno piantanto nuove viti coltivate alla maggiorina.

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