Ghemme Mazzoni 2017 - VINOalToP

Ghemme Mazzoni 2018

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Denominazione: Ghemme DOCG

Vitigni: Nebbiolo 100% dalle vigne più giovani della tenuta

Gradazione: 13,5%

Formato Bottiglia: 0.75L

Affinamento: Botte grande per 24 mesi, seguito da un ulteriore invecchiamento in bottiglia

Temperatura di servizio: 18 °C

Molto fine il Ghemme dei Mazzoni, con rosa canina ciliegia e prugna, poi spezie dolci come tabacco e noce moscata, liquerizia e china. Sentori di sottobosco e terra. Tannini setosi e una freschezza irresistibile invitano al sorso. Con buon corpo ma nessuna pesantezza è un vino di grande bevibilità. Lunga e sapida persistenza.

I più antichi documenti ritrovati all’archivio di Torino attestano la presenza della famiglia Mazzoni a Cavaglio d’Agogna già dal XIV secolo. Nel centro storico, dove tuttora è situata la cantina, nell’ anno 1502 Magister Matteo Mazzoni affittava una casa murata con cantina e bottega. Nel 1615 nella sacrestia della Cattedrale di Novara il Canonico Francesco Dulzio, delegato del vescovo, consegnò ad una delegazione di cavagliesi, tra cui Antonio Mazzoni, sindaco e procuratore deputato, le sacre reliquie dei Santi Martiri Antonio e Placida.

Venendo a tempi più vicini a noi apprendiamo che “negli anni del primo dopoguerra (1940/1945) piano piano il lavoro nelle campagne della parte collinare del Novarese cominciò un lento ma inesorabile abbandono per una più remunerativa vita nelle fabbriche, alla morte del nonno Francesco che con il cavallo ed il carro portava il suo vino e quello di alcuni mediatori locali su nelle valli dell’ Valsesia e dell’ Ossola la piccola azienda  familiare viene divisa tra i figli i quali non avendo più un reddito sufficiente vinificano solo il vino per il proprio fabbisogno e per alcuni clienti della zona, il resto delle uve viene conferito alla cantina sociale per alcuni decenni, per poi smettere completamente negli anni 80”.
La rinascita dell’azienda risale a 12 anni fa, al 1999, quando “Tiziano Mazzoni e la moglie Rita riprendono dopo un salto generazionale l’attività contadina di famiglia acquistando dei vigneti a Ghemme,  reimpiantando un vigneto di Vespolina del suocero Giuliano estirpato solo tre anni prima. Poi Tiziano e il figlio Gilles coronando un sogno mettono a dimora barbatelle di Nebbiolo nei terreni storici di famiglia”.